Sul lungomare di Bari sotto il faro, si erge uno dei monumenti della gastronomia legata alla passione della cucina tradizionale ed al crudo di mare che invita al “tutti seduti, qui si mangia davvero”.
La famiglia Caldarulo a Bari è cosa numerosa e complicata, so bene per esperienza personale cosa significhi avere un nome ed un cognome molto diffuso, l’omonimia genera confusione, situazioni esilaranti e spesso identità a vantaggio.
I fratelli Francesco e Bruno nel 1950 aprirono i battenti al pubblico con la Sciaia, luogo dove il passante trovava tavoli, sedie ed ospitalità per mangiare anche quanto si portava da casa. Santa Lucia è ancora oggi un tratto balneare e di fresco passeggio inglobato nella città metropolitana. L’idea ha successo, l’attività diventa florida e nel 1960, aprono quella che oggi è l’originale “Antica Santa Lucia”, ristorante-pizzeria.
La famiglia cresce, si allarga e si moltiplica tanto che ad oggi di chef e cuochi Caldarulo, di cui anche componenti della nazionale FIC, se ne contano molti e diversi e decidono di gemmare le attività per seguire la propria idea di cucina.
Oggi presso L’Antica Santa Lucia, incontriamo Francesca Caldarulo, Antonio Liso e lo zio Dino, a gestire in cucina ed in sala quella Sciaia oggi ristorante della migliore tradizione barese.
Noi Delfini, qui siamo arrivati attirati dal nome storico, dalle innumerevoli indicazioni e dal nostro modo di essere explorer seguendo il flusso di quanto ci piace, per simpatia, ospitalità e tanto altro.
Entriamo in sala, un’altra dimensione, sala ampia e luminosa affacciata al mare. Il servizio di sala arriva gentile e rapido per farci accomodare fra i tavoli che si riempiono di bellezze giovani ed leganti.
Altro elemento accattivante l’area dedicata al banco pesce e crudi e le centinaia di etichette di vino che si sbirciano fra scaffali ed eno frigo, la cosa si fa molto seria e professionale.
Proposta ampia, mare e terra, Antonio ci indirizza con sicurezza al menù di mare e ci travolge con l’antipasto crudo e cotto che propone ostriche imperiali, cozze pelose, allievi, gamberi viola e non solo, tutto di qualità. Il cotto si adegua alla grande con proposte tipo lo sformato di gamberi e zucchine su crema di carote, moscardini fritti su purea di fave ed il baccalà. Gli abbiniamo dalla carta internazionale lo Chablis Saint Pierre, ottimo.
I primi piatti sono numerosi, scegliamo il classico risotto allo scoglio, profumato, cremoso e ricco, e i tagliolini all’uovo con gamberi viola e verdure fritte, fantastico. In abbinamento scegliamo un Traminer di Jermann che esprime tutta la sua aromaticità.
Udite, udite i secondi piatti: una favolosa catalana di astice ed un lutrino freschissimo all’acqua pazza preparato in modo esemplare. Antonio ci tiene e si impone con il bianco Lama dei Corvi 2009 di Cantine Rivera.
Conclusione da manuale con frutta mista e caffè perfetti.
Le classifiche e le selezioni servono a poco nell’infinito patrimonio enogastronomico e sono di dovuto appannaggio di autorevoli concorsi e panel di giurati. In piedi o seduti, il crudo di mare e la cucina dell’Antica Santa Lucia, senza primeggiare è di certo seconda a pochi.
Delfini Crudisti 🙂